ADIA - Telescopi - Alinari

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ADIA  -    I favolosi ( quasi unici )  TELESCOPI  "ALINARI" - Torino

 

 

 

 

    03 giugno 2006 -  TELESCOPI "ALINARI"

 

 

 

  

 

 

        

 

 


 

 

 

Riccardo Giuliani - IK7FMO

 

 

 

Correva l'anno 1968 ed il sottoscritto, Riccardo Giuliani >  , comprava il primo telescopio, gia in illo tempore contagiato dal morbo dell'astronomia.

 

Iniziai dalle medie quando mi soffermai, in quel di Bari, a rimirar le stelle dalla mia camera da letto e poi con l'acquisto, presso l' Editore Laterza, del primo libro sul cielo intitolato: "La Luna".

 

La decisione di comprare un vero Telescopio si concretizzò in seguito dopo averne autocostruito uno, con discreto ingrandimento, da parti di un vecchio binocolo da teatro, di famiglia.

 

All'epoca, durante le scuole superiori, mi interessai anche di Elettronica e trovai, su riviste dell'epoca, della pubblicità insolita che era stata pensata dalla ditta Alinari di Torino per vendere i propri strumenti ottici.

 

L'altro giorno ho ripescato il piccolo catalogo che mi fu inviato con lo strumento ed i miei occhi si sono di nuovo "illuminati" come un tempo.

 

Seduto dinanzi al monitor, ho cercato in rete notizie e materiale in merito, ma... non ho trovato quasi nulla.

 

 

>>> Attualmente (giugno 2006) in Internet non vi sono riferimenti a quella gloriosa produzione.

 

 

Per tal motivo abbiamo deciso di inserire, da subito in questa pagina, alcuni dati che, di certo, saranno graditi a tutti voi che ci leggete.

 

Queste note aiuteranno di certo nel conoscere i RARI telescopi amatoriali del passato, in particolare in merito a questa peculiare produzione nazionale che era, allora, caratterizzata da una certa qualità, a differenza di altri piccoli strumenti, prevalentemente giocattolo o da ottiche da intubare su suggerimento di qualche rivista usando lenti da occhiale e tubi di cartone.

 

Ecco una foto (Fig.1) che sintetizza la produzione Alinari, ricavata ad una rivista degli anni 60.

 

 

Fig.1

Clicca sull'immagine per ingrandirla

 

 

La produzione della ditta torinese riguardava, in forte prevalenza, la costruzione e vendita di Telescopi del tipo "rifrattore", per visione terrestre e astronomica.

 

 

Il Rifrattore, o telescopio con l'obiettivo a lente, ha una configurazione simile a quella di un binocolo. Una prima lente (Obiettivo)  raccoglie la luce ed è posizionata in direzione dell'oggetto da osservare. E inserita in un tubo, annerito internamente onde evirare dannose rifrazioni. Dall'altra parte del cilindro vi e un dispositivo di messa a fuoco che contiene anche un barilotto dove si posizionano gli oculari (eyepiece) a cui si avvicina l'occhio per le osservazioni Fig.2)

 

 

Fig.2

 

 

Mi risulta, attualmente, che la pubblicità dei telescopi Alinari sia stata, allora, la prima, ed unica a livello nazionale. E lo fu per diversi anni.

 

Come già detto, conservo sempre con me quel prezioso Catalogo che mi fu inviato insieme al telescopio Alinari, quale cimelio.

 

Ecco una prima foto, effettuata oggi sabato 3 giugno 2006 (Fig.3).

 

 

 

Fig.3

Clicca sull'immagine per ingrandirla

 

 

Ed ecco rivedo, a pagina 4, la foto del mio primo telescopio (non casereccio) quindi definito commerciale con il quale spaziai, in quegli anni, i meandri infiniti della volta celeste.

 

Usando il telescopio, modello Panoramic R, reputai interessante la soluzione dello scatolo portaoculari (in gomma nera non durissima) avente uno specchietto ribaltabile che permetteva di  ottenere velocemente 4 opzioni differenti: due ingrandimenti differenti ed una visione rovesciata (astronomica) o terrestre (Fig.4).

 

Questo sistema è usato oggi nella produzione Vixen o nei Meade ETX.

 

 

Fig.4

Clicca sull'immagine per ingrandirla

 

Come potete notare, in questo modello base, il fuocheggiatore non ha cremagliera e manopole ed il treppiedi è molto semplice e rudimentale.

 

La ditta offre due possibilità:

la prima è con obiettivo a lente semplice diaframmata, se non ricordo male, a 20mm.e costava, allora, 7000 lire).

 

L'altra versione con obiettivo non diaframmato da 50mm. acromatico (costo 12.000 lire).

 

Nei prossimi giorni inserirò anche altri modelli da quel piccolo catalogo, tra cui  il telescopio "Urano" con obiettivo acromatico da "ben" 120mm. testa equatoriale con contrappeso e cercatore guida.

 

Riccardo Giuliani

 

 

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Altre notizie a breve.

 

Intanto, se anche voi avete avuto l'antica esperienza, "Alinari" scrivetemi   

 

adia@aeritel.com o chiamatemi al Cell: 329.862.31.66

 

Aggiungeremo, in questa pagina, la vostra esperienza. Inviateci anche delle foto, se le avete, del vostro strumento Alinari.

 

E' una pagina di storia dell'astronomia da non dimenticare.

 

 


 

Ecco un primo aggiornamento da una graditissima e-mail ricevuta

dal Sig. Luciano Fraschetti, il 23 novembre 2006

 

Sono Luciano Fraschetti, anch'io negli anni 60 sono stato possessore di telescopi Alinari...

appassionato di astronomia da sempre, negli anni suddetti avevo acquistato un piccolo obiettivo delle Officine Galileo venduto dalla Salmoiraghi a Roma. 

Si trattava di un doppietto da montare a strato d'aria di 45 mm e 1360 di focale.

Costruii uno strumento lunghissimo usando come oculari le lenti del cannocchiale Max, rendendomi però conto dell'inadeguadezza dell'oculare ...Su una rivista vidi la pubblicità Alinari che mostrava strumenti acromatici di diametro ben maggiore e appena possibile mi feci spedire l'obiettivo da 75 mm e un metro di focale del "satelliter", alcuni oculari e delle barlow, pensando che autocostruendo lo strumento avrei risparmiato.

Devo dire che notai la qualità ottica in sfavore dell'Alinari, ma convinto che il maggiore diametro facesse la differenza usai soppratutto quest'ottica per osservazioni e fotografia.

A questo proposito voglio cercare un quaderno su cui collezionavo le foto della luna, di giove, di venere e qualcosa anche di saturno, nonchè della zona di M42, di Mizar ed altro tutte riprese dalla finestra di casa con lo strumento incastrato alla meglio.

Non avevo il treppiede e quindi le pose dovevano avere una durata compatibile con questa situazione...Avevo poi pensato di riprendere la luna usando anche gli oculari, non sapendo che questa fosse una tecnica di ripresa già esistente,(negli anni 60 non esistevano tutte le pubblicazioni astronomiche di oggi...

Passarono gli anni e nel 70 decisi di farmi spedire lo strumento Alinari che sempre avevo desiderato: il "neptun" di 120 mm e 2 metri di fuoco; lo strumento non era disponibile e dovetti accontentarmi dello "Jupiter",  di uguale apertura ma di un metro di fuoco che nel frattempo era stato denominato "galassia 1000".

Fui deluso dall'ottica di questo strumento,(era costituito da 2 lenti appoggiate tenute da nastro adesivo) tanto da essere spinto a scrivere all'Alinari" chiedendo di sostituirmi l'obiettivo sostenendo tra l'altro un confronto negativo con il precedente 75 mm.

Ebbi anche un colloquio telefonico con l'ing. Carlo Alinari che mi sostituì la parte positiva "con una più adatta" informandomi comunque che più di quello non si poteva fare.

L'obiettivo andava meglio, ma manteneva comunque diversi difetti sopratutto riguardo all'aberrazione sferica e alla non unicità di fuoco, mentre non si mostrava particolarmente affetto da aberrazione cromatica nonostante il rapporto,almeno per l'epoca,piuttosto spinto.

C'e da dire comunque che presentava una lieve diaframmatura. Ho ancora quelle lenti ed essendosi scheggiate nella parte interna, ho deciso di tentare di rilavorarle (ora sono affascinato   dalla costruzione di ottiche tramite i classici metodi di lavorazione, cioè carborundum, cerio, pece....

Ho cercato comunque e cerco nell'usato qualche pezzo Alinari, sopratutto obiettivi da 120 mm, nonostante i loro difetti, ho una qualche nostalgia di quei difetti....

                  

                                                  Luciano  

 

Un secondo, graditissimo aggiornamento da una e-mail ricevuta

dal Sig. Luciano Fraschetti, ricevuta il 22 agosto 2007

 

Sono Luciano Fraschetti, è la seconda volta che scrivo, sempre a proposito dei telescopi  Alinari; la volta scorsa avevo raccontato un pezzo di mia storia accompagnato da questi strumenti, ora allego alcune foto che contengono oculari, barlow, vetrino smerigliato per fuocheggiare, l'obiettivo del "Satelliter" da 75mm e l'obiettivo del "galassia 1000" (già Jiupiter), che sto rilavorando.

Gli oggetti più piccoli sono gli oculari, costituiti da 2 lenti biconvesse (F14mm), da una lente piano convessa e da una biconvessa (20mm) e da....una sola lente biconvessa (la sola lente di campo per capirci) collocantesi quindi a una maggiore distanza dall'occhio (28mm).

Le lenti di barlow erano costituite da una piccola lente negativa (F2), da 2 piccole lenti negative contigue(F3),da 3 lentine negative contigue (F5 !!) da 4 lentine negative in fila (F7 !!!).Un cerchietto di carta rotondo recava scritto a penna il valore ottico della barlow, come sto indicando in una foto. Tenendo presente che non si aveva a che fare con obiettivi di grande precisione, tenendo presente che sia gli oculari che le barlow erano costituiti da lenti semplici e che F5 significava quintuplicare ed F7 settuplicare, ci si può facilmente immaginare la visione che tali combinazioni ottiche potessero dare.

Gli obiettivi: il 75mm, come si può vedere era costituito da 2 lenti incollate(giocando in controluce si può notare al bordo), e come sostenni la volta scorsa, non era troppo male, meglio senza dubbio del 120mm; in quest'ottica non era tanto il cromatismo a risultare fastidioso(come ci si sarebbe potuti aspettare), quanto l'aberrazione sferica, probabilmente anche zonale,ed il non preciso e unico punto di fuoco....

 

A risentirci alla prossima                                         Luciano Fraschetti

 

 


 

Ancora una graditissima e-mail ricevuta

dal Sig. Luigi Gonfiantini, il 17 settembre 2007

 

Leggendo un annuncio su un sito, dove si incontrano astrofili per proporre materiale astronomico, sono rimasto incuriosito dal fatto che ci fosse ancora qualcuno interessato ai telescopi della ditta Alinari di Torino: senza dubbio un pezzo importante di storia dell'astronomia amatoriale italiana.

 

Negli anni '50 e '60 la pubblicità non era invadente come al giorno d'oggi ed era un miracolo trovare qualcosa d'astronomia, tuttavia riuscii a trovare quel qualcosa a casa del figlio del dottore del paese.

 

Erano gli anni dei primi strani fenomeni in cielo e dei primi contatti con ipotetici omini verdi, alcuni fumetti proponevano storie fantastiche di viaggi nello spazio e addirittura nel famoso "Topolino" si iniziava a parlare di stelle e della famosa Via Lattea che, nella mia fantasia, era assimilata davvero ad un fiume di stelle denso come il latte.

 

Ero comunque affascinato da tutto quello che riguardava il cielo, dallle macchine che potevano percorrerlo e dominarlo, ad altre che potevano percorrere lo spazio più profondo e avvicinare quel fantasmagorico spettacolo di puntini luminosi che si stagliavano nitidi e scintillanti su una volta celeste completamente nera.

 

Sul finire degli anni cinquanta abitavo a Montaione, un tranquillo paese di collina in prov. di Firenze, ci eravamo trasferiti lì da qualche anno, per motivi di servizio di mio padre. Sul traballante autobus che ci portava a scuola, era il primo anno delle medie, feci amicizia con il figlio del Dr. Cevolani (faccio il cognome anche per sapere se qualche attinenza con l'astronomo Cevolani) che mi riferì di avere un telescopio.

Non persi occasione e fissai subito per poter andare a casa sua a dare un'occhiata.

 

Da una piccola finestrina della soffitta fu possibile inquadrare Giove e così guardammo per un pò il pianeta e anche se la visione e soprattutto il tempo dedicato mi lasciarono l'amaro in bocca, dentro di me nacque forte il desiderio di entrare in possesso di un telescopio simile.

Quella sera a cena la presi veramente alla larga, ma il babbo capì perfettamente il mio desiderio e il giorno seguente, dopo essersi fatto dare l'indirizzo della ditta, prese due fogli di carta riso, uno di carta carbone e li inserì in una splendida macchina da scrivere Olivetti.

 

Dopo circa una settimana arrivò il catalogo (quello fotografato e ripreso dalla pubblicità) ed io cominciai a leggere e a rileggere le caratteristiche degli strumenti, per la verità abbastanza stringate, c'era solo il problema di quanto spendere.

 

Allora non esisteva una letteratura che spiegasse le caratteristiche di un telescopio e le varie aberrazioni, per lo meno non come oggi, quindi la scelta si faceva così, ....un pò a naso.

 

Comunque optai per un Satelliter con obiettivo acromatico da 45 mm e lo scelsi perchè costava di più dello stesso con lenti da 75 mm, pertanto pensai che se l'obiettivo era più piccolo ed il costo maggiore, anche la resa doveva essere superiore.

 

Quante serate passate su un terrazzo a guardare, oltre che i pianeti, solamente anche le stelle, con uno strumento che ad ogni alito di vento forniva immagini traballanti e precarie, eppure ho trovato allora più soddisfazione che non oggi con il mio 30 cm: forse l'età?

Lo strumento f/22 forniva buone e nitide immagini dei pianeti e i due oculari in dotazione permettevano 50x e 75x, la barlow che prometteva 250x era inutilizzabile per il calo di luminosità e la difficoltà di messa a fuoco.

 

Ebbi anche l'occasione di confrontarlo con uno Steiner da 50 mm di un amico austriaco che veniva d'estate in vacanza. Le differenze fra i due strumenti erano abbastanza marcate: lo Steiner era più professionale, meccanicamente ineccepibile, compatto, elegante e luminoso.

 

Ogni tanto utilizzo il rifrattore per divertimento e se lo si mette su un supporto stabile, con dei buoni oculari, le prestazioni non sono male, con le debite considerazioni per l'apertura.

 

Nella produzione Alinari, evidentemente ispirata all'economicità, vi erano anche prodotti otticamente accettabili, certamente non le montature.

 

Devo peraltro smentire l'affermazione che Alinari producesse solo rifrattori, perché nel catalogo che io ricevetti era presente almeno un riflettore del quale ricordo molto bene l'immagine del traliccio (a meno che non fosse un rifrattore con una montatura particolare), in questo caso ben vengano altre testimonianze.

 

Questo strumento si trovava, se non vado errato, nell'ultima pagina o comunque dopo i rifrattori di grande diametro.
 

Luigi Gonfiantini
Olmi PT

 

 


 

Altri dati utili sono stati, poi, inseriti sul FORUM ADIA

al link:

 

http://forum.adiaastronomia.it/viewforum.php?f=23&sid=db6aecf046eef88bdb315540226b70e9

 

 

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Ripeto, se avete avuto l'antica esperienza con un Telescopio "Alinari", scrivetemi   

 

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A.D.I.A.

Associazione per la Divulgazione e l'Informazione Astronomica 

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